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La prima Supernova - Una nuova luce dal cosmo

La notte fra il 5 e il 6 giugno 2014 è stata individuata una nuova “Supernova”. La luce di questa stella, dopo aver compiuto un viaggio nel cosmo per 500 milioni di anni, si è resa visibile al telescopio faentino.
Grazie poi alla conferma di altri astronomi l’evento è stato in seguito pubblicato nella circolare dell’Unione Astronomica Internazionale (IAU) CBET3890:20140609; la Supernova è stata chiamata SN2014bg.

La nuova stella, individuata dagli astrofili Mirco Villi, Mario Bombardini, e Alessandro Benazzi, è definita dagli astronomi una supernova di tipo Ia.
L’esplosione stellare che genera una Supernova Ia è catastrofica, non lascia alcun resto compatto e, in genere, è frutto della totale disintegrazione della massiccia stella progenitrice, i cui frammenti in espansione vengono scagliati nello spazio alla velocità di 10 - 20mila Km/s per decine di anni luce distruggendo tutto quello che incontrano. Un cataclisma in grado di distruggere anche ipotetici sistemi planetari nelle vicinanze.
Inoltre la luminosità della stella aumenta enormemente, raggiungendo la magnitudine assoluta di circa -19 (5 miliardi di volte la luminosità del Sole). Ciò permette di utilizzare queste Supernovae come candele standard secondarie per misurare le distanze intergalattiche. Individuare questo tipo di Supernovae è quindi molto importante e lo dimostra il fatto che Saul Pelmutter, Adam Riess e Brian Schimdt hanno scoperto l’espansione accelerata dell’Universo studiando proprio la luminosità delle Supernovae Ia, studio che ha consentito loro di ricevere nel 2012 il premio Nobel per la fisica.
La scoperta dei faentini è avvenuta durante una delle sessioni del programma di “ricerca Supernovae” osservando la debole galassia a spirale barrata UGC9396, situata nella costellazione del Boote. Considerata la distanza di questa galassia dal Sistema Solare (500 milioni di anni luce), questo significa che il cataclisma si è verificato all’inizio della nostra Era Paleozoica (cioè 500 milioni di anni fa), quando nei nostri oceani primordiali comparvero i primi Pesci; allora esisteva un unico megacontinente (la Pangea) e i dinosauri sarebbero comparsi ben 270 milioni di anni dopo.
Quella luce è partita allora!
Ci sono voluti dieci anni di duro lavoro per superare problemi ed avversità prima di porre la prima base per la realizzazione di una cupola dove custodire il telescopio Celestron C14 di proprietà del Comune di Faenza. Nei successivi tre anni è stata acquisita la necessaria strumentazione per adeguare il telescopio alle nuove tecnologie ed iniziare i primi test di ottimizzazione meccanica e software.
Grazie all’inestimabile impegno di alcuni volontari appassionati per l'osservazione del cielo, con il loro contributo (in particolare il Comune di Faenza, la BCC, la Fondazione Banca del Monte di Faenza, la CTF, l’I.C. Carchidio Strocchi, Omegalab) all’inizio del 2013 tutto era pronto per iniziare il programma di ricerca Supernovae, preparato da Mirco Villi su un campione di 2500 galassie e studiato in base alla strumentazione disponibile ed all’ubicazione dell’osservatorio (inquinamento luminoso del cielo di città). Purtroppo le condizioni meteorologiche diedero il battesimo al neonato osservatorio con un’abbondante nevicata che lo seppellì per metà ed il cielo poi rimase coperto per quasi tre mesi.
Solo alla fine del mese di Marzo 2013 il programma prese finalmente il via con notevoli problemi soprattutto nella preparazione delle immagini di riferimento.
A distanza di poco più di un anno dall’inizio del programma di ricerca e dopo innumerevoli notti trascorse a raccogliere circa 10 mila osservazioni, finalmente è arrivato il primo risultato che ripaga con grande soddisfazione i sacrifici di 15 anni dedicati all’astronomia.
Per i tre faentini è il primo contributo utile dato alla comunità scientifica.
Un caloroso ringraziamento per la gentile collaborazione va al dott. Salvatore Massaro per la realizzazione ed assistenza del software "Ricerca" http://atcr.altervista.org/ita/ricerca.html
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Allertati gli Astronomi, i grandi osservatori si sono attivati per lo studio dell'evento:
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